Vorrei scappare in cima ad una montagna in romantici vestiti leggeri, frusciando tra gli alberi del bosco con i capelli (lunghi castani e boccolosi) al vento per poi ritrovarmi all’improvviso sull’orlo di un altissimo precipizio, di fronte solo un panorama bellissimo e sconfinato, nessuna traccia di anima viva per miglia e miglia e una volta lì, col sole in faccia… INIZIARE AD URLARE! ED URLARE ED URLARE PER ORE SELVAGGIAMENTE E CON TUTTO IL FIATO CHE HO IN CORPO, tutta la frustrazione e l’ansia e la noia e la delusione e il dolore e la solitudine fino a restare completamente afona e allora piangere disperata fino a quando non giunge la notte, e mi trova rannicchiata ai piedi di un albero.
Ecco quello che vorrei.
E poi vorrei vivere in un videoregistratore, premere rewind e registrare sopra ai pezzi della cassetta che non mi piacciono, premere f. foward per sapere in anticipo come va a finire, premere pause per restare bloccata in quel momento piacevole per sempre.
E poi vorrei il caldo, caldo caldo caldo di quello che ti scalda le ossa e ti scioglie i muscoli. Vorrei chiudere il mio corpo nell’armadio invernale insieme ai panni pesanti e tirare fuori dall’altra anta un corpo estivo, più bello, più leggero, meno stanco, meno ingombrante da portarmi dietro.
Poi vorrei equilibrio. Tra sonno e veglia, luce ed ombra, rumore e silenzio, solitudine e compagnia. Vorrei muovermi a mio agio tra tutto questo senza imbarazzarmi mai, senza perdermi mai, senza momenti morti ne risate finte.
Vorrei più forza, più sicurezza, più determinazione, più più più… boom, fino a scoppiare. Vorrei essere sazia di me stessa, piena, soddisfatta, con tanto di ruttino digestivo.
Vorrei avere qualcosa di fisico da desiderare. O meglio qualcuno. Voglio avere una nuova battaglia da combattere, nemici da distruggere, amici a cui raccontare l’impresa.
Vorrei più tempo. E qualcosa con cui riempirlo. O meglio qualcuno. (sono ripetitiva eh?) Voglio una scossa, una febbre, un brivido, un lampo, un’illuminazione, un chiarore che mi illumini la via. Una fiaccola accesa nelle mani dell’eroina che scende da sola i gradini del passaggio segreto.
Ecco cosa vorrei.
Ecco cosa non avrò mai.
Ecco quello che vorrei.
E poi vorrei vivere in un videoregistratore, premere rewind e registrare sopra ai pezzi della cassetta che non mi piacciono, premere f. foward per sapere in anticipo come va a finire, premere pause per restare bloccata in quel momento piacevole per sempre.
E poi vorrei il caldo, caldo caldo caldo di quello che ti scalda le ossa e ti scioglie i muscoli. Vorrei chiudere il mio corpo nell’armadio invernale insieme ai panni pesanti e tirare fuori dall’altra anta un corpo estivo, più bello, più leggero, meno stanco, meno ingombrante da portarmi dietro.
Poi vorrei equilibrio. Tra sonno e veglia, luce ed ombra, rumore e silenzio, solitudine e compagnia. Vorrei muovermi a mio agio tra tutto questo senza imbarazzarmi mai, senza perdermi mai, senza momenti morti ne risate finte.
Vorrei più forza, più sicurezza, più determinazione, più più più… boom, fino a scoppiare. Vorrei essere sazia di me stessa, piena, soddisfatta, con tanto di ruttino digestivo.
Vorrei avere qualcosa di fisico da desiderare. O meglio qualcuno. Voglio avere una nuova battaglia da combattere, nemici da distruggere, amici a cui raccontare l’impresa.
Vorrei più tempo. E qualcosa con cui riempirlo. O meglio qualcuno. (sono ripetitiva eh?) Voglio una scossa, una febbre, un brivido, un lampo, un’illuminazione, un chiarore che mi illumini la via. Una fiaccola accesa nelle mani dell’eroina che scende da sola i gradini del passaggio segreto.
Ecco cosa vorrei.
Ecco cosa non avrò mai.