Gente... si parte! mi rileggerete il primo Ottobre, (attenzione svolta pessimistica) se riuscirò a tirare avanti fino ad allora ^^" Vienna, non crollare stanotte! aspettamiiiiiii!
250 miles away, you need money to spread your wings
Each town must bear a name
A lasting testament to organization
Sobbing and Sighing
The scales are falling from your eyes
Tossing and Turning
The truth should come as no surprise
A continent could fall tonight
And it would have no impact on our lives
It's okay to love the way that something looks
Just be sure beneath it something hocks.
sabato 26 settembre 2009
giovedì 24 settembre 2009
Un Trip coi Maxïmo Park
Chissà se è una cosa solo mia... ma la musica... che effetto vi fa la musica? Capita solo a me di cambiare umore a seconda delle canzoni che ascolto? Voglio dire... se per caso ascoltate tutto un cd dei Nirvana... poi non vi viene voglia di spararvi in bocca?! Se ascoltate troppo metal poi non vi ritrovate icazzati neri? Io ad esempio... se ascolto i Maxïmo Park mi innamoro. Di chi non lo so, però se ascolto Graffiti o A19, o Girl who plays guitar... mi ritrovo innamorata, con tutto il corredo di testa tra le nuvole sospiri e farfalle nello stomaco. Vorrei viaggiare cantando A19 conoscere qualcuno di speciale solo per dedicargli Apply Some Pressure, legarlo a me cantandogli Graffiti e dimenticalo con Going Missing... sarebbe l'arco perfetto di una storia d'amore. Se possi farvi capire quello che sento quando ascolto una di queste canzoni... sono certa che nessuna droga è tanto potente e vivida e struggente. Meglio goderselo ora perchè sicuramente tra 3 giorni avrò dimenticato tutto. Il mio problema con la musica è che dopo 2 o tre ascolti mi manda in overdose... e poi non mi fa più effetto... e devo abbandonare quel gruppo per passare ad altro. Che tristezza che alla fine io usi la musica solo come una delle tante manifestazioni del consumismo usa e getta. Spero di non fare mai la stessa cosa con una persona: appoggiarmici finchè mi da stimoli ed abbandonarla quando inizia a diventre banale... è disumano. Se solo riuscissi ad essere una continua fonte di novità, un essere imprevedibile in costante cambiamento, se solo avessi sugli altri lo stesso effetto che la musica ha su di me... ed invece, mi ritrovo ad essere quella che assorbe tutto ciò che può dall'altro, ma non riesce a trasmettere nulla. Io... ho cambiato totalmente modo di pensare da quando sono entrata in contatto con una certa realtà, una dimensione che ammiro, anzi che idolatro più che altro, ma di cui non potrò mai far parte... perchè non ho saputo offrire nulla in cambio alla persona che me l'ha fatta scoprire. E' triste sapere che quando ti lasci una persona alle spalle quella non conserva il minimo ricordo interiore di te, nessuna vibrazione, nessuna sensazione nuova, niente palpitazioni profonde. Niente, vuoto. Mentre tu ancora ricordi i tutti colori che associavi alle sue parole, i profumi e i viaggi che facevi ogni volta che la ascoltavi parlare. Noi siamo i belli dentro. Quelli condannati ad ascoltare perchè non posseggono nulla che si possa raccontare, perchè non hanno ancora inventato abbastanza parole per farlo. E puoi essere bello quanto ti pare, ma a che serve se fuori non traspare, se all'altro di tutto ciò non arriva niente? Se almeno la mia voce fosse di quelle che possono smuovere le roccie, schiudere anche il cuore più freddo, impazzireil cervello più razionale. E invece è solo una voce normale. E spesso non ho neanche forza di usarla. Ieri eri a meno di un metro da me, sarebbe bastato allungare un braccio o solo dire "AH!" e mi avresti visto. E invece niente, sei scivolato via per i fatti tuoi e io a guardarti andare via, senza voce. Se potessi parlare cantando senza essere presa per una scema ti avrei sussurrato
"This cant go on so I should just,
Regret it, regret it, regret it"
E siccome la vita continua a mandarmi segnali contrastanti, come vedere una delle persone che voglio dimenticare partendo, proprio 3 giorni prima di andarmene, avrei aggiunto anche
"I'm going missing for a while,
I've got nothing left to lose,
Oooh I'll listen to anything..."I've got nothing left to lose,
Mi piace pensare che sarebbe stato diverso se avessi potuto cantare per te, se avessi potuto ascoltare la mia musica con le mie orecchie. Ma è solo un altro sogno...
I sleep with my hands across my chest,
And I dream of you... with ...someone ...else...
venerdì 18 settembre 2009
Carissime Amiche
Non avete capito un cazzo.
Oh sono certa che tra poco mi pentirò tantissimo di ciò che sto scrivendo, perché non dovrei farlo visto che non sono lucida e stanotte non ho chiuso occhio e sono in uno di quei giorni storti in cui non ho fame (brutto segno) non ho forza per incazzami con i miei (bruttissimo segno) e non riesco a fare altro che ascoltare musica emo con lo sguardo perso nel vuoto. Ma quante probabilità ci sono che lo veniate a sapere?
Il punto era che mi avete fatto girare le palle. Una di voi in particolare. Ma questa è un’altra storia. Mi girano le palle perché odio forzarvi a fare cose che non avete voglia di fare. Ed è ovvio che questa cena di ritrovo prima della mia partenza non s’ha da fare. Quello che non avete capito è che se non s’ha da fare non è colpa mia: a me piacerebbe tantissimo rivederci tutte insieme, magiare ridere e divertirci … ma ogni volta che ne parlo voi fate la faccia da “fai come vuoi”. Io?! Ma quando mai io ho deciso qualcosa in questo gruppo?! Anche questa volta non dipende assolutamente da me: siete voi che avete da fare, voi che dovreste avere voglia di salutare un’amica che parte, non dovrei essere neanche io a chiedervelo. Esempio: Lorena mi ha salutato due volte e forse ci rivedremo ancora, Roberta mi smessaggia anche se è impegnatissima a più di 200 chilometri da me, Chiara si è preoccupata di trovare lei un giorno in cui potessimo incontrarci e Giulia che neanche ve lo dico quello che sta passando non ha faticato a trovare un po di tempo per me. Ma io non mi sogno nemmeno di chiedere qualcosa del genere! Mi basterebbe solo che la smetteste di guardarmi come se fossi un alieno quando vi dico che sono a pezzi e che mi diceste che ci tenete un minimo a vedermi partire felice. La cosa peggiore è che non posso avercela con voi perchè è tutta colpa mia: sto raccogliendo quello che ho seminato. Da quando ci conosciamo mi sono appoggiata a voi in maniera molto opportunista, solo quando ne avevo più bisogno, quando invece non mi andava non mi sono mai fatta molti problemi a dirvelo. Credo che abbiate conosciuto sempre una parte molto scostante di me… e mi dispiace. So che suona molto ipocrita visto che lo sto dicendo ora che è troppo tardi ma mi è sempre dispiaciuto un sacco che sia andata così. Il fatto è che non abbiamo mai avuto molto in comune, io e voi. A parte interessi e hobby che è naturale che siano diversi, io non sono in grado di seguirvi quando fate dei commenti sulla gente della nostra città… perché non ho proprio idea di chi siano! Lo sapete che è come se non avessi vissuto qui con voi… anzi è come se non avessi vissuto affatto. Può sembrare solo una scusa stupida ma ¾ dei discorsi che fate riguarda gente di Tole, e mi ha sempre preoccupato molto avere tutti questi limiti nel parlare, che si aggiungono a quelli naturali del mio carattere. Vi confesso che solo quando sono con voi, tiro ancora fuori da chissà dove quel giochetto idiota che avevo iniziato alle medie, quando mi avevano fatto notare che parlavo troppo poco. Il gioco consiste nel contare mentalmente tutti i miei interventi nei vostri discorsi in base ad un punteggio: intervento a proposito: 1 punto, intervento al quale rispondete: 2 punti, intervento che vi fa ridere: 3 punti, intervento che cade nel vuoto: -1 punto, intervento detto balbettando: -2 punti etc etc… Bhe non è un giochetto idiota come sembra, perché col passare degli anni il punteggio a fine serata è visibilmente aumentato e credo che significhi che sto migliorando come essere sociale, anche se forse il processo è troppo lento perché voi possiate notare qualcosa. Però dovreste aver notato che ultimamente esco con voi tutte le volte che posso, cioè quasi ogni volta che me lo chiedete (a meno che io non abbia un esame a breve). E non è che mi diverta poi molto a fare quello che piace a voi, e ad andare dove volete voi, ma a me sta bene anche solo per stare insieme. E poi c’è la questione dei trasporti: anche se non mi andasse bene non mi lamenterei mai perché siete voi che mi portate a spasso e lo so che ogni volta è una gran scocciatura e sono ancora incredula perché vi limitate a farmelo pesare solo ogni tanto. Ed è davvero davvero molto ipocrita da dire… ma se ci pensate… io non ho mai detto a nessuno di voi “ehi stasera usciamo, passami a prendere”. Però è vero che non ho mai fatto niente per evitarlo… la differenza sostanziale per me sta nel fatto che mi rimetto alla vostra coscienza: mi va di stare anche con Chiara, ok, la passo a prendere; se non mi va no. Ve l’ho detto, non mi piace spingervi a fare le cose. Poi ogni tanto magari ci resto un po male quando parlate di quanto vi siete divertite quella sera… che io magari ero a casa ad annoiarmi davanti al computer perché non sapevo che uscivate. Ci resto male ma è giusto e lo capisco, è l’ovvia conseguenza del modo in cui ho scelto di comportarmi. Invece non capisco quando vorreste farmi fare qualcosa. Ad esempio se mi offri da bere: “Grazie, ma non devi… dai il mio lo pago io… uffa! Ok se ci tieni…” Ecco, più di questo non posso dirti. Non puoi forzarmi a ripagarti da bere: non te l’ho chiesto io, l’hai fatto di testa tua, nessuno ti ha costretto. Ieri quando ho detto che se avremmo fatto la cena vi avrei pagato le bevute l’ho fatto solo perché sapevo che era quello che volevate sentirvi dire. Ma non è qualcosa che mi fa sentire fiera, per me è un gesto vuoto, un rito di cui non colgo il senso. Ma non è meglio che, quando sarò in Svervegia, mi metto di impegno e vi cerco un regalo? Non è qualcosa di più personale, di più costoso e che richiede più impegno? Non vi farebbe riflettere sul fatto che io là pensavo a voi? Non sarebbe un modo più carino per sdebitarmi dei passaggi? Sapete che vi dico? Io domenica ve la butto là così e poi se vi sta bene ok, se invece non vi sta bene per favore aspettate almeno che io non ci sia prima di lanciarvi occhiate scocciate.
Il punto era che mi avete fatto girare le palle. Una di voi in particolare. Ma questa è un’altra storia. Mi girano le palle perché odio forzarvi a fare cose che non avete voglia di fare. Ed è ovvio che questa cena di ritrovo prima della mia partenza non s’ha da fare. Quello che non avete capito è che se non s’ha da fare non è colpa mia: a me piacerebbe tantissimo rivederci tutte insieme, magiare ridere e divertirci … ma ogni volta che ne parlo voi fate la faccia da “fai come vuoi”. Io?! Ma quando mai io ho deciso qualcosa in questo gruppo?! Anche questa volta non dipende assolutamente da me: siete voi che avete da fare, voi che dovreste avere voglia di salutare un’amica che parte, non dovrei essere neanche io a chiedervelo. Esempio: Lorena mi ha salutato due volte e forse ci rivedremo ancora, Roberta mi smessaggia anche se è impegnatissima a più di 200 chilometri da me, Chiara si è preoccupata di trovare lei un giorno in cui potessimo incontrarci e Giulia che neanche ve lo dico quello che sta passando non ha faticato a trovare un po di tempo per me. Ma io non mi sogno nemmeno di chiedere qualcosa del genere! Mi basterebbe solo che la smetteste di guardarmi come se fossi un alieno quando vi dico che sono a pezzi e che mi diceste che ci tenete un minimo a vedermi partire felice. La cosa peggiore è che non posso avercela con voi perchè è tutta colpa mia: sto raccogliendo quello che ho seminato. Da quando ci conosciamo mi sono appoggiata a voi in maniera molto opportunista, solo quando ne avevo più bisogno, quando invece non mi andava non mi sono mai fatta molti problemi a dirvelo. Credo che abbiate conosciuto sempre una parte molto scostante di me… e mi dispiace. So che suona molto ipocrita visto che lo sto dicendo ora che è troppo tardi ma mi è sempre dispiaciuto un sacco che sia andata così. Il fatto è che non abbiamo mai avuto molto in comune, io e voi. A parte interessi e hobby che è naturale che siano diversi, io non sono in grado di seguirvi quando fate dei commenti sulla gente della nostra città… perché non ho proprio idea di chi siano! Lo sapete che è come se non avessi vissuto qui con voi… anzi è come se non avessi vissuto affatto. Può sembrare solo una scusa stupida ma ¾ dei discorsi che fate riguarda gente di Tole, e mi ha sempre preoccupato molto avere tutti questi limiti nel parlare, che si aggiungono a quelli naturali del mio carattere. Vi confesso che solo quando sono con voi, tiro ancora fuori da chissà dove quel giochetto idiota che avevo iniziato alle medie, quando mi avevano fatto notare che parlavo troppo poco. Il gioco consiste nel contare mentalmente tutti i miei interventi nei vostri discorsi in base ad un punteggio: intervento a proposito: 1 punto, intervento al quale rispondete: 2 punti, intervento che vi fa ridere: 3 punti, intervento che cade nel vuoto: -1 punto, intervento detto balbettando: -2 punti etc etc… Bhe non è un giochetto idiota come sembra, perché col passare degli anni il punteggio a fine serata è visibilmente aumentato e credo che significhi che sto migliorando come essere sociale, anche se forse il processo è troppo lento perché voi possiate notare qualcosa. Però dovreste aver notato che ultimamente esco con voi tutte le volte che posso, cioè quasi ogni volta che me lo chiedete (a meno che io non abbia un esame a breve). E non è che mi diverta poi molto a fare quello che piace a voi, e ad andare dove volete voi, ma a me sta bene anche solo per stare insieme. E poi c’è la questione dei trasporti: anche se non mi andasse bene non mi lamenterei mai perché siete voi che mi portate a spasso e lo so che ogni volta è una gran scocciatura e sono ancora incredula perché vi limitate a farmelo pesare solo ogni tanto. Ed è davvero davvero molto ipocrita da dire… ma se ci pensate… io non ho mai detto a nessuno di voi “ehi stasera usciamo, passami a prendere”. Però è vero che non ho mai fatto niente per evitarlo… la differenza sostanziale per me sta nel fatto che mi rimetto alla vostra coscienza: mi va di stare anche con Chiara, ok, la passo a prendere; se non mi va no. Ve l’ho detto, non mi piace spingervi a fare le cose. Poi ogni tanto magari ci resto un po male quando parlate di quanto vi siete divertite quella sera… che io magari ero a casa ad annoiarmi davanti al computer perché non sapevo che uscivate. Ci resto male ma è giusto e lo capisco, è l’ovvia conseguenza del modo in cui ho scelto di comportarmi. Invece non capisco quando vorreste farmi fare qualcosa. Ad esempio se mi offri da bere: “Grazie, ma non devi… dai il mio lo pago io… uffa! Ok se ci tieni…” Ecco, più di questo non posso dirti. Non puoi forzarmi a ripagarti da bere: non te l’ho chiesto io, l’hai fatto di testa tua, nessuno ti ha costretto. Ieri quando ho detto che se avremmo fatto la cena vi avrei pagato le bevute l’ho fatto solo perché sapevo che era quello che volevate sentirvi dire. Ma non è qualcosa che mi fa sentire fiera, per me è un gesto vuoto, un rito di cui non colgo il senso. Ma non è meglio che, quando sarò in Svervegia, mi metto di impegno e vi cerco un regalo? Non è qualcosa di più personale, di più costoso e che richiede più impegno? Non vi farebbe riflettere sul fatto che io là pensavo a voi? Non sarebbe un modo più carino per sdebitarmi dei passaggi? Sapete che vi dico? Io domenica ve la butto là così e poi se vi sta bene ok, se invece non vi sta bene per favore aspettate almeno che io non ci sia prima di lanciarvi occhiate scocciate.
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sabato 5 settembre 2009
Sogni in full HD
Siamo in una radura circondata da un boschetto, l'erba verdissima è coperta di fiori mossi da un vento leggero in una stupenda giornata di primavera, ed una ragazzina sta giocando con il suo compagno di sempre: un grande cane-volpe-lupo dal pelo bianco e lunghissimo e caldi occhi dorati. Poi all'improvviso qualcosa ne sogno si spezza, il cielo si riempie di nuvole scure e la bambina in lacrime abbaraccia il suo compagno di giochi, piangendo mentre accarezza il pelo morbidissimo: "ti prego, non adare via, non lasciarmi qui da sola!". Ed il lupo volta lentamente il muso verso di lei e la guarda negli occhi... a quel punto tuto si riempie di luce ed il grane cane-volpe-lupo si trasforma in uno stupendo principe dai lunghi capelli bianchi e gli occhi dorati, che prende dolcemente per mano la ragazza, tornata sorridente: " Vieni con me". Ed i due si allontanano verso il boschetto, insieme, felici, in una stupenda giornata di primavera.
Il mio sogno finisce qui. Ma la loro storia continua: naturalmente siamo in Giappone, molto molto tempo fa, (all'epoca in cui gli animali mitici esistevano e naturalmente potevano assumere la forma che volevano) e la ragazzina resterà sempre con il suo principe e quando avrà compiuto 18 anni lui (che non invecchia, è uno youkai) la renderà immortale per averla sempre con se. Naturalmente tutto questo era sottointeso, nel sogno. Che poi, tra l'altro, sto sogno potrebbe essere uno spinn-off di Inuyasha: tutto quello che non è stato detto del rapporto Rin-Sesshomaru. Solo che il mio principe-lupo non è frigido e scorbutico come Sesshomaru e che la ragazzina è più grande, più graziosa e meno idiota di Rin. E naturalmente non avranno nomi cretini come questi! Lui potrebbe chiamarsi Howl (che significa "ululato") e lei con un nome importante, di quelli che iniziano con la "e" tipo Eleonore (o_O Eleonora?! ma cavoli, perchè non mi ricordo mai che questo nome mi sta sul cazzo?!... vabbè, tanto si legge "ilianor"). Però effettivamente... siamo in Giappone ^.^". Quindi è più probabile che lui si chiami Kiuubi-san e lei Midori-chan. L'unica cosa che mi dispiace è che non riesco a immaginare altro sulla loro storia: gli altri personaggi, i pericoli a cui andranno in contro, gli anni prima del loro incontro etc... però sono certa del fatto che resteranno l'uno accanto all'altra, fino alla fine. Romantico, no?

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