La sensazione che prevale su tutte è di stare perdendo tempo, sprecando interi anni.
E non parlo dell'università. Per quanto sia un mondo confuso, ingiusto e precario, il sistema in cui sono inserita come studentessa è un dato di fatto, è reale, persino piacevole a volte e soprattutto punta ad uno scopo: la laurea. Che poi questa sia praticamente inutile, è un'altra storia.
Parlo di un perdere tempo a livello di azioni quotidiane e di vissuto, di sentimenti e di emozioni. Mi sento stagnante. Sono mesi e mesi che il mio cervello non acquisisce informazioni nuove su cui rimuginare e sono anni che non mi imbatto in gente interessante che mi faccia crescere (L'indie a parte). Quindi, come persona che ha voglia di cambiare, conoscersi, definirsi, sto assolutamente perdendo tempo.
Vorrei tanto uscire. Dalla mia pelle, da casa a casa, da casa a Perugia, da Perugia, dall'Idiotalia... ma dove andare? E soprattutto, chi viene con me? Dopo l'erasmus non credo più nel viaggiare da sola, mi dispiace.
Ogni sera vado a dormire con la sensazione nettissima che quando aprirò gli occhi il giorno dopo il mondo avrà colori diversi, più accesi, contrasti meravigliosi... che puntualmente non si realizzando. E così, giorno dopo giorno, è una delusione dopo l'altra.
In ogni caso, nessuno mette in dubbio che tutto ciò sia il disastroso risultato ottenuto dall'esposizione del cervello di una ragazzina alle colossali stronzate dei tanti romanzetti e manga che ha letto.
Ci sono categorie di persone che a mio parere avrebbero vissuto più serene se non avessero conosciuto nulla del mondo, se non fossero mai uscite dalla striminzita realtà locale in cui sono cresciute, se non avessero anelato a qualcosa in più, più lontano, più finto ma anche più vivo, più costruito, più malato, più eccitante, più trasgressivo, più adulto, più consapevole, più completo. In una parola, irraggiungibile.
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